Cosa sono i contratti part-time fittizi
Il contratto part-time fittizio è una pratica sempre più diffusa tra le aziende poiché consente al datore di lavoro di risparmiare su imposte e contributi. Il lavoratore sottoscrivere infatti un contratto a tempo parziale per poi dover lavorare a tempo pieno. La retribuzione per le ore in eccesso viene poi corrisposta in contanti o sotto forma di rimborso spese.
Il lavoratore, ovviamente, perderà i contributi dovuti per le ore lavorate ma non indicate nel contratto e in busta paga. Allo stesso modo vedrà ridursi l’importo del t.f.r., delle mensilità aggiuntive e l’indennità in caso di malattia. Tutti questi istituti sono infatti commisurati alla retribuzione e agli orari di lavoro “ufficializzati” dall’azienda.
Ottenere l'assunzione a tempo pieno e il risarcimento danni
Rivolgendosi ad un avvocato, il lavoratore potrà quindi ottenere:
- la definitiva assunzione a temo pieno
- la differenza tra quanto percepito e la retribuzione cui avrebbe avuto diritto come lavoratore subordinato, unitamente al versamento dei relativi contribuiti.
È sempre consigliabile rivolgersi ad uno Studio Legale specializzato in diritto del lavoro, diffidando dei professionisti che richiedono un compenso irrisorio. È infatti fondamentale assicurarsi l’assistenza di un professionista, competente, che dedichi al cliente tutto il tempo necessario a ottenere il miglior risultato.
In molti casi, sarà poi possibile risolvere il problema senza dover far causa al datore di lavoro. Molte aziende infatti, dopo aver ricevuto una lettera approfondita a firma di un avvocato esperto in materia, preferiscono trovare un accordo con il lavoratore, così da evitare di essere condannati dal giudice.
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