
Quando rivolgersi ad un avvocato del lavoro
Nel caso in cui l’azienda non paghi al lavoratore, ad esempio, lo stipendio o il t.f.r. dovuto, o licenzi il dipendente senza un motivo legittimo, il lavoratore può rivolgersi al giudice del lavoro per tutelare i propri diritti.
La prova della sussistenza dei motivi legittimi di un licenziamento è a carico del datore di lavoro.
Negli altri casi, invece, sarà il dipendente a dover provare, ad esempio, di aver lavorato nel periodo relativo alla retribuzione o agli straordinari rivendicati. A tal fine, sarà possibile allegare mail e documenti aziendali, sms, testimoni, registrazioni di conversazioni. Tali mezzi di prova sono infatti sempre ammessi per tutelare i diritti del lavoratore.
Come ottenere la reintegrazione o il risarcimento dovuto
Rivolgendosi ad un avvocato, il lavoratore potrà quindi ottenere, a seconda dei casi, la reintegrazione, la regolarizzazione del rapporto o il risarcimento dovuto.
È sempre consigliabile rivolgersi ad uno Studio Legale specializzato in diritto del lavoro, diffidando dei professionisti che richiedono un compenso irrisorio. È infatti fondamentale assicurarsi l’assistenza di un professionista, competente, che dedichi al cliente tutto il tempo necessario a ottenere il miglior risultato.
In molti casi, sarà possibile risolvere il problema senza dover far causa al datore di lavoro. Molte aziende infatti, dopo aver ricevuto una lettera approfondita a firma di un avvocato esperto in materia, preferiscono trovare un accordo con il lavoratore, così da evitare di essere condannati dal giudice.
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